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Le Biciclette da Lavoro

Curatela e progetto di allestimento mostra

Fondazione Giuseppe Lazzareschi  

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        Nei primi decenni del ‘900 l’Italia è quella contadina, dei senzatetto e degli affamati. Il boom economico è ancora lontano e ci si arrangia come si può. Due ruote, una catena e la sola forza delle gambe: spesso la bicicletta rappresenta l'unico mezzo che consente di vivere dignitosamente. In questo scenario artigiani e commercianti, con fantasia e senso pratico, adattano e modificano le biciclette alle esigenze dei loro mestieri. Mestieri poveri in un paese povero.                   

 

La bicicletta dell'arrotino, del falegname, del barbiere e della sarta, quella del parroco e del medico condotto, raccontano dell'intraprendenza di uomini che, in un contesto sociale ed economico denso di affanni e di privazioni, hanno difeso la propria dignità con ingegno e grande fatica.         

 

La mostra accoglie una selezione di esemplari di biciclette da lavoro originali, raccolte e custodite nel corso del tempo.       

 

Il percorso espositivo è arricchito da foto d’epoca in bianco e nero dell'Archivio Fotografico Lucchese  e dell’archivio Fotografico Nadir di Porcari e ricostruisce uno spaccato di circa trent'anni della storia italiana, dell’ambiente sociale e culturale in cui i mestieri in bicicletta si sono maggiormente diffusi.

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claudiocammarata architetto

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