team:
Andrea Perelli architetto
Michela Sodini architetto paesaggista
Claudio Cammarata architetto
Giuseppe Amante ingegnere
Marco Santucci architetto
Alice Forghieri architetto
Piera Marchetti architetto
Sara Pinochi ingegnere
Emilio Bertoncini agronomo e formatore
Rosanna Tartarelli psicologo educatrice
Serena Scalici naturalista
Frediani Lorenzo economista
Luca Paolucci archeologo
disegni preparatori
concept allestimento
concept allestimento
Le Biciclette da Lavoro
Curatela e progetto di allestimento mostra
Fondazione Giuseppe Lazzareschi

Nei primi decenni del ‘900 l’Italia è quella contadina, dei senzatetto e degli affamati. Il boom economico è ancora lontano e ci si arrangia come si può. Due ruote, una catena e la sola forza delle gambe: spesso la bicicletta rappresenta l'unico mezzo che consente di vivere dignitosamente. In questo scenario artigiani e commercianti, con fantasia e senso pratico, adattano e modificano le biciclette alle esigenze dei loro mestieri. Mestieri poveri in un paese povero.
La bicicletta dell'arrotino, del falegname, del barbiere e della sarta, quella del parroco e del medico condotto, raccontano dell'intraprendenza di uomini che, in un contesto sociale ed economico denso di affanni e di privazioni, hanno difeso la propria dignità con ingegno e grande fatica.
La mostra accoglie una selezione di esemplari di biciclette da lavoro originali, raccolte e custodite nel corso del tempo.
Il percorso espositivo è arricchito da foto d’epoca in bianco e nero dell'Archivio Fotografico Lucchese e dell’archivio Fotografico Nadir di Porcari e ricostruisce uno spaccato di circa trent'anni della storia italiana, dell’ambiente sociale e culturale in cui i mestieri in bicicletta si sono maggiormente diffusi.


